Le quattro antenate dei giallorossi

Le società che con la loro fusione dettero origine alla Roma furono tre: Alba, Roman e Fortitudo, che però nel frattempo aveva assorbito la Pro Roma. Il campo dell'Alba, che aveva la maglia bianco-verde, sorgeva nell'attuale piazza Melozzo da Forlì. I rossoblu della Fortitudo, guidati da Fratel Damaso, giocavano alla "Madonna del Riposo", mentre l'aristocratico Roman aveva scelto la maglia giallorossa e con il contributo dei suoi tifosi s'era costruito lo stadio dei "Due Pini" in viale Tiziano. La prima società di calcio della Capitale fu il Roman, costituito Come Football Club di Roma nel 1901.
L'Alba venne fondata nel 1907 e la Fortitudo nel 1908. La Lazio, che nel 1900 s'era presentata come "Società Podistica", inaugurò la sezione calcio solo nel 1910. Insomma all'inizio dell'attività agonistica, Roma aveva ben otto squadre che militavano nel campionato organizzato dalla Lega Sud: Roman, Alba, Fortitudo, Lazio, Pro-Roma, Juventus, Audace e U. C. Romana.
Quando ancora non era stato varato il campionato a girone unico, quattro di queste squadre raggiunsero la finale per lo scudetto contro la squadra che aveva vinto il campionato della Lega Nord, ma furono sempre sconfitte. Nel 1914 cominciò la Lazio contro il Casale. Poi, nel 1922, fu la volta della Fortitudo contro la Pro Vercelli. Nel 1925 toccò all'Alba contro il Bologna e, avendo rivinto il proprio campionato, l'anno successivo affrontò la juventus. Molte di queste società avevano però strutture dilettantistiche e si trovarono in difficoltà di fronte al sorgente professionismo. Cominciarono così le fusioni. La Pro Roma assorbì l' U. C. Romana, per essere a sua volta assorbita dalla Fortitudo. La juventus si sciolse e molti suoi elementi si trasferirono all'Alba, che nel frattempo rilevò la sezione calcistica dell'Audace. Erano così rimaste in lizza Alba, Fortitudo, Lazio e Roman.
Nella primavera del 1927 ltalo Foschi ebbe l'idea di riunirle in una sola grande squadra, in grado di contrastare gli squadroni del nord e di portare a Roma lo scudetto. Il varo imminente del campionato a girone unico rendeva indispensabile la realizzazione del progetto. Foschi era stato presidente della Pro-Roma, e faceva parte della direzione della Fortitudo; conosceva dunque bene la situazione del calcio romano e godeva di indubbio prestigio. Le trattative furono allacciate con i presidenti delle tre società disponibili a trattare, l'on. Igliori dell'Alba, il marchese Sacchetti della Fortitudo e il comm. Vittorio Scialoja del Roman. I primi due club avevano un parco giocatori di notevole caratura tecnica, mentre il Roman vantava un bilancio floridissimo.
L'accordo venne raggiunto nel luglio del 1927. Nacque così l'Associazione Sportiva Roma. La presidenza effettiva venne assegnata ad Italo Foschi, mentre la presidenza onoraria fu offerta a Umberto Guglielmotti. Fu deciso che i colori sociali fossero il giallo e il rosso del Roman, che mise a disposizione anche la sua sede, nel centralissimo palazzo di via Uffici del Vicario 35. Restavano da scegliere i giocatori. Dall'Alba, la commissione tecnica, guidata dall'avv. Piero Crostarosa, prelevò Ballante, Angelo Bianchi, Corbyons, Chini, Degni, Fasanelli, Mattei, Rovida, Ziroli e Celestini. Dalla Fortitudo, Bramante, Antonio Bianchi, Cappa, Canestrelli, De Micheli, Ferraris IV, Preti, Rapetti, Scocco, Scardola, Sbrana, Vittori e Zamporlini. Dal Roman, Carpì, Bossi, Fosso, Isnaldi e Maddaluno. Il giocatore più famoso di tutta la rosa era Attilio Ferraris IV, romano di Borgo Pio, che aveva già indossato la maglia azzurra della nazionale. Oltre a Ferraris IV molti altri giocatori erano "romani de Roma" come Ballante, Mattei, De Micheli, Rovida, Degni, Carpì, Ziroli, Fasanelli, Bossi, Preti e Maddaluno. E questo contribuì a rendere popolarissima la nuova formazione. I giocatori più celebrati dalla stampa sportiva, oltre ad Attilio Ferraris erano il portiere Rapetti e il terzino Corbyons. Di Rapetti "La Gazzetta dello sport" scrisse che «era avviato a diventare un asso» e «Corbyons forma con Mattei una linea arretrata imbattibile». Il trio di mediana costituito da Ferraris IV, Degni e Zamporlini venne definito «il vero baluardo della squadra», mentre Ziroli e Chini costituivano in attacco «due estreme di grande valore, soprattutto il secondo». Per l'incarico di allenatore venne scelto un tecnico di prestigio, l'inglese William Garbutt che aveva guidato il Genoa e la Nazionale. Per gli stipendi furono stanziate 30.000 lire al mese. Un ammirevole esempio di disinteresse venne dato da Giorgio Carpì, che non volle mai essere retribuito. Fu deciso di disputare subito un incontro amichevole con i forti, ungheresi dell'Ujpest al Motovelodromo Appio.
Era il 18 luglio 1927. Una folla strabocchevole percorse a piedi la lunga strada che da piazza S. Giovanni, ultima fermata degli autobus, portava al Motovelodromo Appio. La Roma, insomma, fu subito popolarissima.

Tratto da La Roma una Leggenda Editrice il Parnaso

 

Indietro